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Scritto ascoltando: Kensington – War

Lo confesso. Ho una relazione affettiva con gli hashtag. No, no, non una di quelle storie morbose che portano ad utilizzarne migliaia nello stesso post, diciamo una sana e costruttiva fiducia sulle loro potenzialità. Come avevo già scritto tempo fa, apprezzo la loro capacità di essere crossmediali, di “legare” la comunicazione ed i contenuti sui diversi canali, siano questi nostri o dei nostri fan, “brandizzandoli”.

Valorizzare i contenuti provenienti dagli utenti stessi è un vero atto di socialità, un atto che presuppone volontà d’ascolto, di comprensione, di mettersi in gioco. Lo penso da sempre. Una scelta che nella maggior parte dei casi significa valore aggiunto per i brand, un modo per fidelizzare e creare trust, stimolando il  word of mouth e l’engagement, ma soprattutto favorendo il dialogo (dopotutto i mercati non sono conversazioni?!?).

Forse è proprio per questo che nelle mie esperienze lavorative ho sempre promosso questo passo da parte dei clienti che seguivo, ancor di più oggi che il web ci propone strumenti molto validi per questa attività. I cosìdetti “aggregatori” o social media wall  permettono infatti di raccogliere in un unico spazio virtuale gli UGC (user generated content) caratterizzati da un dato hashtag, rendendoli utilizzabili dai brand per le loro attività di comunicazione. Mostrarli live durante un evento,  embeddarli in una pagina web e così via.

Dopo un post dell’amico Francesco Ambrosino che descriveva uno di questi tool e data la mia discreta conoscenza sul campo, fatta di prove e test su numerosi di questi ho pensato di scrivere a riguardo. Ecco dunque i tool per aggregare gli hashag e creare social media wall che mi sento di consigliarvi!

Di cosa parlo in questo post

Tagboard

Probabilmente uno dei primi e più famosi tool quando si parla di social wall. Tagboard permette di aggregare contenuti dai principali social (Facebook, Twitter, Instagram, Google+, Flickr e Vine): basta una semplice ricerca e Tagboard in real time crea un mosaico visivamente molto vicino allo stile reso celebre da Pinterest con i contenuti “griffati” dall’hashtag ricercato.

Purtroppo la versione free non permette di andare oltre la ricerca, limitandone molto l’utilizzo e soprattutto l’utilità. Tagboard premium oltre che l’embed rende invece possibile un’infinità di opzioni: layout, personalizzazioni, tipologie di view e, cosa non da poco, la moderazione.

tagboard completo

Un prodotto che non delude, ma consigliabile solo a realtà con budget.

Fliptu

Mi sono imbattuto in questo tool quando era ancora in fase di testing e cercavo un alternastiva free a Tagboard. Sono stati numerosi infatti i cambiamenti a cui ho assistito nell’ultimo anno e mezzo, il più importante di questo l’inserimento della pubblicità nella versione base (Sigh).

Le potenzialità sono quelle di Tagboard, ma al contrario del suo competitor Fliptu permette (senza l’account premium) di embeddare il wall creato modificandone addirittura in parte il layout (size, colore) ed effettuare moderazione sui contenuti dello stesso.  Diverse le tipologie di wall tra cui scegliere: dal social page generator (un feed dall’account social collegato), al hashtag aggregator (quello classico), al social hub wizard (un aggregatore che raccoglie contenuti da diversi hashtag e utenti diversi), passando per il crowdbook wizard (un aggregatore basato sulla geolocalizzazione).

Diverse anche le tipologie di layout proposte. Al feed “classico” si affianca anche un mosaico interattivo molto interessante da mostrare magari su uno schermo durante eventi live.

Negli ultimi mesi le funzioni della versione free sono state ridotte sensibilmente, portando anche alla fastidiosa limitazione nella creazione dei wall (in passato assente).  Proprio per questo tempo fa non avrei esitato a consigliarvelo, mentre oggi mi trovo a dirvi che è un ottimo strumento da valutare a seconda delle vostre necessità.

PS: Poche settimane fa il CEO di Fliptu Jeremy Gocke, ha annunciato di aver ricevuto investimenti per 1.2 milioni di Dollari… le novità non finiranno certamente qui!

Social Stream

Nella mia personale lista non poteva mancare un plugin WordPress. Tra i tanti che funzionano più o meno bene vi segnalo quello che ad avviso di molti rappresenta il top. Social Stream ad un costo modesto (18 Dollari) permette di creare feed con contenuti provenienti da 15 social network (persino Linkedin, Pinterest e Youtube), fatto che lo rende un vero unicum nel panorama di questi tool.

Numerose anche nel caso di Social Stream le possibilità di customizzazione, rendendolo adattabile a qualunque tipo di veste grafica.

screenshot-2

Giudizio? Ottimo. Se avete un sito WordPress questo plugin è davvero davvero consigliato, se avete necessità di andare a raccogliere oltre i social “classici” il consigliato si trasforma in quasi obbligatorio.

Seejay

Come spesso accade ho lasciato per ultimo il tool più interessante a mio avviso. Seejay è una startup italiana ancora in fase di seeding, cercando quei vitali fondi per rendere il progetto stabile e perché no farlo ulteriormente crescere. Il progetto di Seejay seppur vicino va ben oltre il classico aggregatore, proponendosi come un vero e proprio strumento di racconto. Il livello di personalizzazione è infatti massimo: potete scegliere il template che accoglierà i contenuti e poi modificarne la grafica (colori, font, ecc), aggiungere contenuti testuali.. chi più ne ha ne metta insomma!

La possibilità di selezionare i contenuti che popolano il template permette di creare storie tramite gli UGC, dando vita ad uno stroytelling condiviso.

Ma Sejay non si ferma qui. Il tool fornisce dati, analisi del sentiment e profilazione degli utenti social coinvolti nel Social Wall, offrendo al cliente informazioni vitali sulla composizione e sulle caratteristiche della propria audience social. Non vi basta? E se vi dicessi che potete addirittura promuovere i vostri racconti attraverso uno strumento interno all’applicazione? Sì, con Seejay è possibile anche questo.

Creare, promuovere, analizzare: uno strumento di marketing a 360° a cui l’appellativo di social wall va certamente stretto. Non a caso Seejay si propone sì verso i brand ma in particolar modo al mondo del giornalismo e di chi con i contenuti viveLa Repubblica e Il Messaggero lo hanno utilizzato per raccontare il processo di beatificazione di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II.

Che altro dirvi se non PROVATELO, soprattutto in questa fase che vede tutte le funzionalità free!