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Scritto ascoltando: Deftones – Change (in the house of flies)

Vi avevo segnalato la mia presenza come ospite a Change The Game, l’evento firmato Noovle dedicato al cambiamento in ambito aziendale. Bene, mi sono preso qualche giorno per riflettere meglio sui diversi speech visti e per raccontarvi cosa mi è davvero rimasto di questa giornata.

Sapete che non amo le banalità e visto che di cambiamento si parlava voglio essere innovativo anche in questa mia review. Lascerò parlare i concetti che più di altri mi hanno colpito e coinvolto.

VISIONE, SI PARTE DA QUI

La vision, la capacità di guardare oltre e prepararsi a cambiare (ecco che torna) pelle e adattarsi ai rapidi mutamenti che ormai sono diventati normalità. Lo spiegava bene il Prof. Noci nel suo intervento, delineando un futuro che è già presente, in cui non vince tanto il più”bravo” ma chi è più bravo ad adattarsi e ad anticipare i nuovi, e spesso rivoluzionari, trend. Capacità uniche ed immancabili per chiunque, anche per quei band che oggi sono una sicura certezza, ma che su questa certezza non possono pensare di vivere in eterno (il caso Nokia docet).

Il cambiamento è anche questo, essere pronti ad intercettarlo per tempo e farlo proprio. Costi quel che costi.

OMNICHANNEL IS THE NEW BLACK

Forse qualcuno potrebbe dirmi “avete scoperto l’acqua calda“, probabilmente se ne sta parlando troppo. Detto ciò è indubbio che oggi più che mai la comunicazione passi per un approccio “totalizzante”, capace di lavorare ed integrare diversi canali. Un processo non sempre semplicissimo, perché seppur declinata diversamente canale per canale, il messaggio di fondo deve restare lo stesso, univoco e chiaro così da poter raggiungere l’utente e coinvolgerlo. Lo hanno ricordato bene nei loro interventi i ragazzi di NoovleLiferay.

Omnichannel significa anche knowhow, quello necessario a saper usufruire al meglio delle caratteristiche e delle qualità di ogni piattaforma, perché l’importante non è tanto “fare” quanto “fare bene”.

BIGDATA: INTERPRETARLI È LA VERSA SFIDA

Che i dati siano fondamentali è ormai un mantra. Permettono di studiare il da farsi e migliorare passo dopo passo, in modo del tutto oggettivo, le attività. Molti professionisti dimenticano però il passaggio cruciale: è sì quindi vitale raccoglierli, ma è ben più rilevante la loro successiva interpretazione (l’esempio di Gigya a riguardo è illuminante).

Come i geroglifici senza una corretta “traduzione” non sono altre che sterili segni. L’impegno delle aziende deve proprio andare in questa direzione, nell’imparare a come tramutare questi dati in input concreti per il business. Un passaggio complesso, che richiede tempo e competenze, ma che ripaga ogni singola risorsa investita se fatto correttamente.

L’INNOVAZIONE È TALE SOLO QUANDO SEMPLIFICA LA VITA

Un concetto da sempre a me caro che non è emerso direttamente negli interventi della giornata, ma che ne ha contaminato profondamente ogni passaggio. Inutile parlare di tecnologia e innovazione se questa non ha le potenzialità per rispondere in modo semplice e rapido alle sfide quotidiane di persone e aziende.

Non è infatti una questione di avanguardia, in molti casi basta molto meno per creare un reale vantaggio e innovare. Un concetto che va di pari passo con la capacità di andare oltre le proprie convinzioni, ascoltando ciò che ci circonda. Ascolto, un passaggio chiave per qualunque attività di successo, un passaggio che diventa imprenscindibile quando parliamo di web e digital. Non ci sono scorciatoie, se non la certezza che “Il mercato online conosce i prodotti meglio delle aziende che li fanno”.