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Scritto ascoltando: Il Genio – Pop Porno

Tutti vogliono diventare influenti, ma cosa significa veramente essere una persona influente?

Obama è una persona influente? Certo, con le sue scelte può letteralmente cambiare il corso della storia. Marchionne è un manager influente? Certo, con le sue scelte può cambiare le sorti di un’azienda che conta più di 100k dipendenti in tutto il mondo.

Ok, ci siamo capiti, quindi arrivo subito al punto. Essere influenti non è solo un marchio, una sorta di spilla da sfoggiare con orgoglio, un badge da inserire sul tuo sito o sul biglietto da visita, ma è il frutto di competenze, abilità e capacità acquisite sul campo, con il lavoro quotidiano, il sudore, lo studio, la fatica, l’impegno.

Insomma, per diventare influencer devi buttare il sangue, altrimenti non sei un vero influencer, ma uno che crede di esserlo, e non è proprio la stessa cosa.

È come la cliente che si reca nel negozio di abbigliamento chiedendo di provare un capo taglia 42, quando è evidente che non può indossare niente al di sotto di una abbondante 56.

Un conto è la percezione che si ha di sé, un altro è la realtà.

Ti faccio un altro esempio, giusto per essere certo di aver chiarito il concetto: se pratichi uno sport, uno qualunque, magari di squadra, ti sarà sicuramente capitato di riuscire meglio giocando contro determinati avversari e meno contro altri, perché il coefficiente di difficoltà era diverso. Perfetto, adesso fai un passo indietro, e ricordati quando hai iniziato a giocare da ragazzino, nel campetto dell’oratorio, oppure alle scuole elementari. Forse, e dico forse, all’epoca eri il più forte della squadra, poi crescendo ti sei confrontato con altri giocatori e ti sei reso conto di non essere poi così tanto capace.

Ecco, se sei un vero influencer, lo sei a prescindere dal tuo interlocutore o competitor, perché chi è capace lo è sempre. Ci sarà sempre qualcuno più bravo di te, ma sarà merito suo, non demerito tuo.

Io non sono un fan del concetto di “influenza”, soprattutto quando si tratta di social media, perché spesso si confonde la quantità con la qualità, calcolando la prima e ignorando la seconda, semplicemente perché quest’ultima non è analizzabile con dati statistici oggettivi.

Prendi Klout, ad esempio, che analizza il tuo livello di influenza sulla base della tua attività sui social network; seguendo questo tool, in effetti, ti ritroverai ad avere un valore più o meno elevato in base alla quantità di contenuti pubblicati e di interazioni ricevute, ma se si tratta di foto di gattini o teorie di fisica nucleare non importa.

Quello che conta è l’intensità, non l’utilità o la qualità delle tue condivisioni.

Sono sincero, credo che sia un’enorme stronzata, e ti spiego perché. Se io azienda devo individuare un consulente per la mia attività di Social Media Marketing, prima di compiere una scelta effettuo una ricerca di mercato e cerco di selezionare un tot di persone apparentemente competenti e in linea con quelle che sono le mie esigenze.

Ora, mettiamo il caso che io voglia procedere per “influenza”, andando a controllare le persone inserite nella mia lista quale punteggio hanno ottenuto con Klout, scartando tutti quelli che non superano, ad esempio, il 70.

Io imprenditore, però, non ho la possibilità di verificare se quel punteggio è stato raggiunto grazie ai gattini, ad un post nel quale critico il governo, ad una foto dei figli, o tramite contenuti inerenti il mio settore.

Secondo te, avrò fatto bene ad escludere alcuni e non altri in base ad un parametro così poco attendibile? Beh, io credo di no, e non perché abbia qualcosa contro Klout, ma perché nel lavoro devono (o dovrebbero) avanzare i professionisti competenti, e non i personaggi famosi.

Ecco perché io preferisco parlare di autorevolezza piuttosto che di influenza, per un motivo molto semplice; se devo collaborare con una persona, mi devo assicurare che sia in grado di assolvere al suo compito per il raggiungimento di un obiettivo comune, altrimenti potrei deludere il cliente e perdere il lavoro, quindi soldi.

Se procedessi seguendo il Klout, o altri misuratori dell’influenza, il rischio di giocare a mosca cieca sarebbe molto elevato, perché non avendo dati qualitativi sui quali basare la mia indagine, finirei col camminare al buio con le mani protese in avanti cercando di non sfracellarmi contro lo stipite della porta o un palo della luce. Andare, invece, alla ricerca di un consulente autorevole, che nei fatti ha dimostrato di essere competente nel suo settore, mi consentirà di procedere ad occhi aperti, sicuro di non attentare alla mia salute psico-fisica.

È evidente che anche il professionista competente può causarti problemi, ma i rischi sono decisamente minori.

Per chiudere questo guest post, vorrei sottoporti una metafora – un po’ fortina, lo ammetto – per rendere ancora più chiara la mia posizione sui sedicenti influenti e sul loro reale valore.

Attenzione: quanto segue non è per i deboli di cuore o per i bigotti incravattati con la scopa su per il culo, quindi non venirmi a dire che non ti avevo avvertito.

Mettiamo il caso che tu sia un aspirante attore porno e che ti rechi ad un provino (perché si fanno i provini). Mettiamo anche il caso che madre natura ti abbia dotato di un organo riproduttivo particolarmente importante (perdonami Rocco).

Mettiamo ancora il caso che il primo step dell’audizione sia far mettere i candidati in fila, ignudi come dei vermi, tipo “I Soliti Sospetti”. Il tuo membro importante ti farà emergere tra i candidati, perché hai un asset molto richiesto nell’industria nella quale speri di lavorare.

Ora, passiamo allo step successivo: la prova pratica.

Mettiamo il caso che tu debba dare dimostrazione della tua abilità in compagnia di una donnina allegra (come direbbe Totò). La suddetta donnina, alla vista del tuo amico calvo, si aspetta, data la sua esperienza, una perfomance all’altezza del tuo CV.

Mettiamo il caso che tu, nonostante gli sforzi della povera professionista, non riesca a ottemperare ai tuoi doveri, lasciandola con tanto amaro in bocca (non essere malizioso, è un modo di dire).

Ora io mi domando e dico: ma non era meglio rinunciare a qualche centimetro in cambio di abilità pratiche più rilevanti?

Ecco quello che penso io degli Influencer…non tutti, ma parecchi!