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Scritto ascoltando: Mudhoney – Touch Me I’m Sick

Ho sempre avuto chiari i motivi che spingano persone ed aziende a dar vita ad un blog. Non potrebbe essere diversamente, visto che io stesso ne gestisco diversi per aziende clienti, compreso quello di Open-Box, l’agenzia per cui lavoro (se vi va dategli un’occhiata). Non starò a elencarvi nuovamente (chissà quante volte li avete sentiti) tali motivi… vi racconterò i MIEI motivi, la molla che mi ha spinto a dar vita a questo blog.

 Far sentire la propria voce

La motivazione edonistica di appagare il proprio ego, seppur un po’ narcisa, è certamente la prima. Un blog si scrive soprattutto per sé stessi, per dar voce ai tanti pensieri che ci frullano in testa e a cui spesso non riusciamo a dar credito offline. Mettersi in gioco è d’obbligo, rendendo chi legge partecipi delle nostre idee, opinioni, pareri. “metterci la faccia” in questo caso non è una semplice frase fatta insomma.

Parola d’ordine: divertirsi!

Bisogna divertirsi, sempre. Io ho voluto far nascere il blog principalmente per questo. Mi piace scrivere e sentivo la necessità di poterlo fare in totale libertà, senza le doverose limitazioni che si hanno quando si scrive per aziende e clienti. Poter finalmente parlare di argomenti “miei” e farlo utilizzando un tono di voce diverso, più vicino al mio vero “io”, una possibilità troppo allettante per non coglierla al volo.

Quindi divertitevi, perché solo così arriveranno contenuti di qualità e soprattutto potrete mantenere quella necessaria continuità che un blog ben fatto deve avere. Scrivere un post ogni tanto non è utile a nessuno, né a voi né tantomeno ai vostri lettori. Non dimenticate mai questo punto, perché scriverete sempre e solo “per la gloria”. Scordatevi di diventare famosi e fare soldi, è un ipotesi assai remota e se dovesse succedere sarà un piacevole plus ad un’attività che già vi gratifica.

Acquisire credibilità

Oggi si va sempre più verso una comunicazione “person to person”, dove è l’individuo ad emergere. Si parla infatti di personal branding (sul tema vi consiglio il nuovo libro di Riccardo Scandellari), di incrementare e migliorare la propria reputazione e la percezione che gli altri hanno di noi. Una buona reputazione diventa sinonimo di credibilità, quella stessa credibilità spendibile poi con risultati importanti nel mondo del lavoro.

Tramite i post potete dimostrare le vostre competenze, la vostra professionalità. I lettori devono percepire questo e pensare: “bell’articolo, questo sì che è in gamba”, restando convinti che se mai avessero bisogno voi sarete la persona giusta. Come scritto prima magari non farete mai soldi con il blog, ma questo sarà in grado di farvi ottenere contatti, collaborazioni e possibili nuovi lavori.

Credibilità agli occhi dei lettori, ma non solo. Anche l’introduzione da parte di Google dell’authorship va nella direzione della credibilità e della valorizzazione del know how personale. Ogni articolo pretende nome e cognome, andando ad arricchire le serp e la vostra reputazione online.

E voi avete già un blog? Quali sono le motivazioni che vi hanno portato ad aprirlo? Raccontatemelo!