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Scritto ascoltando: 2 Cellos – Thunderstruck

È ormai assodato come i social siano diventati uno strumento di marketing fondamentale per brand e pmi, un mezzo con cui raccontarsi, interagire con i propri target e magari intercettarne di nuovi. L’avvento della pubblicità sulle piattaforme social ha rafforzato ancor di più questo concetto dando possibilità nuove e dall’enorme potenziale. Profilazione, basso costo-contatto, pixel di monitoraggio, elementi che ne hanno sancito l’affermazione.

Ma tutto questo ha anche i suoi lati negativi. L’apparente facilità (sottolineo apparente) e la possibilità d’investire anche solo pochi Euro ha spinto tante, troppe persone ad improvvisarsi esperti di social ads, portandoli ad investire in modo errato budget spesso importanti. Un errore comune che tutt’ora persiste.

Per spiegarci meglio perché conviene affidarci ad un professionista ho deciso di fare due parole con un vero esperto di settore. Fabio Giannini si occupa infatti di advertising in campo digitale per Net Propaganda, una delle più importanti agenzie italiane (sì, quella di Riccardo Scandellari e Rudy Bandiera). Con lui cercheremo di capire meglio cosa FARE e cosa NON FARE per rendere le social ads uno strumento strategico.

Ciao Fabio, bentrovato. Prima San Francisco, adesso la mitica NetPropaganda a Ferrara. Dicci qualcosa di più su di te ed il tuo lavoro?

Ciao Matteo, innanzitutto grazie per la chiaccherata!

Parlando un po’di me, diciamo che ho intrapreso un percorso abbastanza vario, dettato soprattutto dalla curiosità e la passione per tutto ciò che è marketing, ma anche da una bella dose di fortuna.
Ho avuto l’opportunità di lavorare per un periodo in California, poi sono entrato nel mondo delle startup italiane, ho seguito progetti di svariato genere dal punto di vista del marketing e non solo…insomma le ho provate un po’tutte!

Ora mi occupo di Web Marketing, con un particolare focus verso il mondo dell’adv e dell’analisi.

Da “grande” mi piacerebbe applicare le mie conoscenze ad una delle mie più grandi passioni, ovvero la musica, aiutando band ed artisti emergenti a sfruttare le potenzialità della rete.

Il mondo delle social ads ha rivoluzionato il concetto di advertising online. Quali sono a tuo avviso gli elementi che ne hanno sancito il successo?

L’interazione tra le persone, questo è secondo me l’elemento che ne ha sancito il successo.

Ormai chiunque ha una presenza più o meno affermata sui social, le persone interagiscono ed esprimono le loro opinioni e preferenze su questi mezzi.

Sui social network è possibile indirizzare un certo tipo di messaggio verso un target specifico e sempre più definito, un’opportunità che non ha precedenti.

Facebook in primis, tramite il suo algoritmo, sta cercando di creare un’esperienza di navigazione totalmente customizzata per ognuno di noi, questo include anche l’advertising, rendendolo sempre più coerente per gli utenti e sempre più efficace per gli inserzionisti.

Un mondo a prima vista “semplice”, ma che in realtà necessita di competenze estremamente specifiche. Quali sono gli errori in cui le aziende rischiano di incappare quando optano per il “fai da te”?

Poco tempo fa mi sono sentito dire: “Ah, ho capito cosa fai di lavoro, so fare anch’io! Basta andare su Facebook e pagare”. Subito ho pensato “Adesso lo meno”, ma ho optato per una via più pacifica, ovvero una spiegazione di circa 1 ora, diciamo che ho comunque tramortito il mio interlocutore.

Scherzi a parte, l’errore che vedo più spesso da parte delle aziende è quello di non conoscere il mezzo che hanno di fronte, le dinamiche che regolano queste strane creature chiamate social network.

Le conoscenze richieste per gestire bene una campagna vanno al di là di una bella foto, una frase ad effetto o al mero pagamento.

È la capacità di individuare i propri obiettivi, di pianificare le azioni e di interpretare i risultati.

Molte di queste aziende “fai da te” si trovano di fronte ad un elenco di numeri e sigle incomprensibili, senza sapere da cosa e perché sono stati generati, portandoli poi a dire che “i social network non funzionano”.

Profilazione, ROI, audience, quali i plus che ti fanno consigliare ai brand le social ads?

Profilazione del target e misurabilità, questi sono gli aspetti che ritengo più importanti nel mondo dell’adv.

Soprattutto in un mercato come quello italiano, dove la maggior parte delle aziende non ha ancora capito la vera importanza di questo mezzo, bisogna far passare il concetto che il loro messaggio può essere veicolato verso il giusto target, con la possibilità di controllare ogni singolo aspetto dei propri investimenti.

Senza mai dimenticare che le persone potenzialmente interessate ad un brand sono le stesse che popolano la rete!

I continui cambi all’edgerank e la relativa perdita di visibilità organica hanno portato sempre più le ads a divenire strumento integrato e irrinunciabile nelle strategie di social marketing, affiancandosi al lato contenutistico. Come far convivere queste due anime fino a poco tempo fa così lontane?

Secondo me le ads e i contenuti sono le due facce della stessa medaglia.

Mi spiego meglio, in un mercato che si sta saturando di annunci e sponsorizzazioni, bisogna curare sia l’aspetto prettamente tecnico ed economico di una campagna per avere maggiore visibilità, ma anche il contenuto. Immagina di avere un budget stratosferico per una campagna, ma il contenuto della tua promozione fa schifo…in questo caso molti la vedranno, ma nessuno (o comunque pochi) poi se ne interesserà, vanificando i tuoi investimenti.

Se il contenuto non è valido le performance delle ads non saranno ottimali, se il contenuto è ottimo ma viene mostrato a persone non interessate, la situazione è la stessa.

Vorrei citare un tweet di Giorgio Soffiato di qualche settimana fa, che secondo me riassume in modo perfetto quello che penso:

 

Non solo content, non solo marketing, ma l’insieme dei due.

Domanda fuori tema, ma doverosa. Com’è lavorare con due “guru” come Rudy Bandiera e Riccardo Scandellari? PS: il #divanONE com’è?

Mi ritengo veramente molto fortunato a poter lavorare con Rudy e Skande, grazie a loro ho imparato molto e non intendo solo dal punto di vista lavorativo, ma soprattutto da quello umano.

Hanno creato un ambiente super stimolante, professionale e divertente, a volte anche follemolto folle, ma è proprio per questo che sto più in ufficio che a casa!
P.S: Il #divanONE è molto comodo, perfetto per la pennichella post pranzo 🙂

Chiudiamo con un tweet: social ads perché…

… il tuo target popola i social, puoi veicolare il tuo messaggio a chi è veramente interessato in ciò che fai e puoi misurarne le performance.