Questo articolo nasce dalla voglia di raccontare all’amico Matteo la mia esperienza di blogger per Flamenetworks, un provider di hosting professionali gestito da due persone a me storicamente vicine, Michele e Fabrizio Leo. Fabrizio è quello cattivo, Michele quello cattivissimo (scherzo, sono persone meravigliose).

Ho cominciato a scrivere sul loro blog circa un anno e mezzo fa, perché siamo amici e partner in un bel progetto che riguarda proprio il gruppo Facebook dei Fatti di SEO e perché fondamentalmente mi sembrava una buona cosa.
La cosa bella e che i fratelli Leo, persone fin troppo serie, mi hanno lasciato una certa libertà editoriale, per non dire che mi sono ritrovato a scrivere a volte di getto, cose pur improbabili come l’articolo Gli effetti del caldo su chi lavora nel web, o la perla assoluta Multa di 10 euro per chi posta male, roba che ancora mi sto chiedendo da dove li ho tirati fuori.
All’inizio tutto ok, scrivevo gli articoli, li condividevo nel gruppo dei Fatti, certo qualcuno veniva a farmi notare che erano off topic, ma quelle son genti senza senso dell’umorismo, diamine.

UN GIORNO PER CASO 

Nel frattempo il gruppo dei Fatti cresceva e il livello di interazione sui post pure. Dal momento che il brand Fatti di SEO acquisiva forza, anche il mio personal branding si sviluppava via via e senza che me ne rendessi conto, la mia opinione cominciava ad avere più peso che in passato.

Chi segue la mia attività di blogger su Seogarden, sa che sono molto regolare rispetto alla cadenza di pubblicazione degli articoli. Questa mia caratteristica (invero comune a molti blogger), unita allo sviluppo della community che gestisco su Facebook, deve aver prodotto una crescita di interesse nel brand Flamenetworks, non tanto perché scrivessi di argomenti pertinenti con il mondo dei servizi hosting, quanto proprio perché il mio occupare una posizione centrale all’interno di un network di relazioni in forte crescita come appunto quel gruppo su facebook, ha funzionato come amplificatore per il brand su cui scrivevo.

COME FUNZIONA

  1. Il blogger scrive di argomenti pertinenti a quelli che tratta di solito (il marketing digitale è abbastanza vicino con il mondo dei servizi hosting)
  2. Il blogger condivide gli articoli che scrive in un contesto rilevante con quello di interesse del brand.
  3. Il blogger è riconosciuto come una fonte autorevole nel contesto in cui scrive.

Abbiamo quindi una fonte autorevole che condivide argomenti pertinenti in un contesto rilevante. Ecco come un blogger può sviluppare consapevolmente o meno, un potere di influenza tale da migliorare non solo la penetrazione di un brand nel suo mercato di riferimento, ma anche la percezione di solidità del brand stesso nei confronti del suo pubblico.

SIAMO TUTTI INFLUENCER INGENUI

Secondo me influencer lo siamo tutti, pur a livelli diversi. Ciascuno di noi può esercitare un’influenza su una o più persone, quindi non dovremmo riferirci agli influencer come a personaggi illuminati, messia moderni o robe simili, perché parliamo di dinamiche relazionali normali.

È tutto il contesto a sprigionare questo potere. Se avessi condiviso gli articoli di Flamenetworks su piazze diverse, meno pertinenti o su piazze simili in cui però ero meno noto, probabilmente il brand non avrebbe guadagnato la stessa visibilità.

Ma poi, ci credi se ti dico che volevo solo scrivere? 🙂