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Scritto ascoltando: A-TEAM OST

Rieccomi qui a parlare dell’appena concluso Web Marketing Festival 2015. Dopo l’interesse mostrato non potevo esimermi e come promesso vi propongo la seconda parte dell’alfabeto dedicato al #wmf15.

O come OPPORTUNITÀ 

Sì, l’opportunità di essere informati su novità e best practice, di capire meglio se e dove si sta sbagliando. L’opportunità di migliorare le proprie conoscenze e l’approccio al nostro lavoro di comunicatori della rete. Vi sembra poco? Affatto. Il #wmf15 con i suoi panel, i relatori ed i numerosi professionisti presenti vi dà tutto questo.

Mai fermarsi o pensare di essere già “arrivati”, nel web non ci è concesso

P come PINTEREST 

Se nella prima parte ho trovato modo di sottolineare il poco tempo dedicato ai social meno pop (Instagram e Linkedin) su Pinterest non posso. Pin e bacheche hanno trovato spazi importanti, sia per tempo che per qualità d’intervento (su tutti quello di Cinzia). Un elemento importante, che dà risposte a chi lavora su web e soprattutto social tutti i giorni: imparare ad usare al meglio strumenti meno “canonici” (ricordate, non usare ma usare al meglio!).

Per affrontare adeguatamente un mercato sempre più competitivo, per sfruttare la long tail, per promuoversi in luoghi diversi, o semplicemente per seguire i nuovi trend. Reali vantaggi competitivi che non possono non essere considerati oggi. Già la prossima edizione mi aspetto di sentire panel su WeChat, Snapchat, Kik e via di seguito.

Q come QUI NON SIAMO A SCUOLA 

Ne trovi qualcuno in ognuno dei panel del Festival: quadernone a quadretti stile Liceo, penna fumante pronta all’uso e sguardo fisso sulle slide. Eccoli lì, pronti a prendere appunti su tutto, ma proprio TUTTO, quello che viene detto o proiettato durante l’intervento. Il #wmf15 è pur sempre un evento per professionisti, ma loro fissano su carta qualunque elemento, digressioni fuori tema comprese… probabilmente qualcuno ha persino segnato il dominio di facebook.

E a te non resta che restare lì a fissarli incredulo pensando: “ma come ca..o fanno?!?” Forse esce di nuovo la mia acidità , ma vi scongiuro di spiegarmi come sia possibile… attendo risposta, grazie.

R come RUSH, SEM RUSH

Partiamo dal presupposto che io di SEO e SEM so l’indispensabile e a voler ben dire non mi sono mai stati simpatici. Come quel tipo a scuola che a pelle non ti è mai piaciuto ma per mille motivi tieni d’occhio. Ecco, detto questo gli interventi targati SEM RUSH sono stati una figata pazzesca. Spesso troppo “alti” ma comunque un plus che pochi, pochissimi eventi possono proporre.

S come SPIAGGIA 

Come può un evento la cui location sia Rimini non finire con i piedi sulla sabbia e un mojito in mano?!? Troppi, fidatevi. Un mega plauso va quindi agli organizzatori che hanno creato questo splendido evento “fuori festival” (ma quanto è fiko il termine fuori?!?), dandoci la possibilità di svagarci e di un ulteriore e più rilassato networking.

Ma poi, uno cresciuto a pane e serie tv anni ’80 ,come può parlare male di un evento in cui il gruppo musicale suona la sigla dell’A-Team?!?

T come TUTTO E SUBITO  

Un vizio forse tutto italiano diffuso a macchia d’olio in ogni settore. La pratica del “tutto e subito” non grazia nemmeno il web. Anzi, la percezione che sia tutto facile e veloce sulla rete aggrava la situazione contagiando spesso giovani che si affacciano a questo mondo. Te ne accorgi dalla loro spasmodica volontà di trovare soluzioni one shoot o formule miracolose per dominare l’edgerank o aumentare follower. Formule non ce ne sono, se non impegno, professionalità, knowhow e tanta pazienza.

U come UN’ACQUATA 

Quella arrivata dopo la festa… si dice “festa bagnata festa fortunata”, vista la grandezza abnorme delle gocce non c’è dubbio che di fortuna ne abbiamo presa tanta, ma tanta!

V anzi W come VALENTINA VELLUCCI  

Lo avevo già scritto nella prima parte. Gli interventi su Twitter e Linkedin di Valentina sono stati senza dubbio trai migliori. Pochi giri di parole: temi interessanti, ottimi spunti, esposizione piacevole e soprattutto la reale e concreta sensazione di ascoltare qualcuno che questo lavoro lo fa davvero con tutto ciò che ne consegue.

Una persona Valentina che sa la doverosa necessità di bilanciare best practice e aspettativa del cliente, un valore essenziale che troppi guru (come piace definirsi loro) hanno ormai perso da tempo. Perché non è tanto questione di “si fa così perché è giusto fare così” quanto di basare il da farsi su obiettivi e operatività condivisa con il cliente. Qualcuno tende forse a dimenticarlo, ma sono pur sempre loro a pagarti e a decretare le mete da raggiungere.

Z come ZONA RELAX  

Sicuramente è stata una mia colpa, immerso tra chiacchiere e panel, ma io non l’ho proprio vista. Forse è come Shangri-la o Eldorato, città perse nella leggenda, o tattica ancora più zen, la zona relax è un luogo interiore che ognuno di noi deve trovare dentro di sé. Peccato, perché avevo così tanto fantasticato su me ed una quantità spropositata di massaggi.

Se l’hai persa, ecco la prima parte dell’alfabeto dedicato al #wmf15